«Vai a dormire, così il tuo ragionare senza soste non fa altro lavoro straordinario. Dormi abbracciata o sola, senza nessuno che ti tenga. Ma vai a dormire. Tanto domani sarai ancora qui». (Marlene Dietrich) E in solitudine finisce il mondo della Dietrich. Tra poesie e pensieri dedicati anche ai suoi celebri amanti dello spettacolo e della cultura. La figlia, Maria Riva, ha raccolto queste emozioni e ricordi (Pensieri Notturni di Marlene Dietrich, publicati da Frassinelli). Sono detonazioni interiori, quelle della Dietrich, preda negli ultimi anni di un'insonnia cronica nella sua stanza parigina al Ritz in Place Vendôme. Si rivolge a Ernest Hemingway, Jean Gabin, Erich Maria Remarque, Joseph von Sternberg, Orson Welles, Edith Piaf... Signora Riva, quello di sua madre fu un esilio calcolato per far di sé un mito? «Al contrario. Mia madre era stanca della diva del cinema, così ha scelto di vivere il tempo che le restava in disparte, per ripulirsi della patina di Angelo Azzurro». C
Non è un miracolo? Buio intorno e la luce al centro sulle storie della tua vita. Più che vita.