Foto: Warner Bros. Legendary Pictures |
Tanti auguri di felice compleanno a Godzilla (ゴジラ, Gojira) che quest'anno compie 60'anni (1954 - 2014). Il gigante ha al suo attivo ventotto film giapponesi, paese creatore del mostro fantastico, cui vanno a sommarsi alcune produzioni, o meglio coproduzioni tra U.S.A. e Japan, certamente da scremare, se tra esse hanno primeggiato una versione abominevole datata 1998, di Roland Emmerich, "Godzilla" appunto, e un'altra omonima attualmente in programmazione un po' dovunque molto interessante di Gareth Edwards (2014 - foto). Finezza vuole, che il film di un giubileo non è mai povero di indizi storici importanti e questa edizione ce ne dà conferma con tutta una serie di gentilezze stilistiche di pura marca giapponese e di puro riguardo storico. Soffermandoci su queste ultime occorre rifarsi a un sessantennio per la Storia del Giappone, che si inventò Godzilla (come tutti i cartoni animati che ci hanno fatto da babysitter tra Goldrake, Mazinga, Gig Robot d'Acciaio e Daitarn 3) inserendolo in universi urbani a perdere. Spazzati via da forze sovrumane, con onde d'urto devastanti, più sonore in vero nel cuore e nella mente del pubblico giapponese, ossessionato - come i tedeschi coi nazisti - dal fungo atomico e dai suoli effetti devastatori (ripensavo in sala a Mazinga e ai doppi e tripli funghi "atomici" sovrapposti in un boato volta che alla fine deflagrava il nemico). Godzilla in risposta a King Kong (1929) doveva sovrastare i suoi stessi grattacieli, abbattendoli con civili annessi, mentre frattanto "salvava" (!) l'umanità uccidendo l'ennesimo mostro alla conquista. È proprio un trauma inestinto in Giappone: se per far finire la Guerra due bombe atomiche hanno spazzato due cittadine per "risparmiare" al resto della nazione (popolo) una fine a oltranza, anche Godzilla (& Co.) per salvare il "mondo" non può fermarsi per una manciata di poche migliaia che ci rimettono la pelle. Il fine giustifica i mezzi: se fu così per gli Stati Uniti nel Sollevante deve esserlo anche per il Giappone nelle sue oscure visioni apocalittiche da Godzilla in su… E dunque, Godzilla è buono o cattivo? Non è una domanda da poco, se torniamo con la mente alle due bombe d'agosto su Hiroshima e Nagasaki (1945) che si distillano nell'ulteriore interrogativo: e com'è la guerra per la pace? Vedere questo Godzilla di Edwards proprio perché compromette la Storia del Giappone e degli Stati Uniti, non ci porta ai grandi effetti super moderni (anche nel 3D offerto) per rassicurarci nella fantasia. Non si può proprio dire: nel film le superfici del mostro sono scabre come la gomma e la cartapesta di allora; sul set il "si vede che è tutto finto" tarla il pubblico di questo Godzilla proprio come allora. Per sciatteria? No! Quel finto non è fatto per i logaritmi dei programmi di effetti speciali. Quelli ci porterebbero come sempre oltre e per questo giubileo fuori strada. Godzilla ci àncora invece: non esiste nulla di più reale dei danni provocati dall'atomo in frizione, dalle sue radiazioni e dalla sua energia a "fin di bene" e venduta. Riprendiamo il bandolo della matassa: un terribile terremoto (?) danneggiò gravemente una centrale nucleare giapponese, con fuoriuscita di radiazioni. Il governo negò tali effetti, costringendo buona parte della popolazione inerme a contaminarsi e a morire. Godzilla dunque o Fukushima (marzo 2011)? Quanto poco bene, per così tanto male…
Commenti
Posta un commento