FOTO: Disney |
I contenuti di “bene” e “male” la Disney non li preferisce mai alla loro
forma, perché è con quest’ultima che incanta il suo pubblico di grandi. E chi
scrive non ne è affatto piccato: ai bambini Disney ha dedicato un intero canale
di cartoni animati a fargli da balia, mentre ai genitori spettano ben camuffate
in larga scala opere d’impegno e piene di interrogativi (inutili per le gracili
coscienze d’infanti). La lunga strada per crescerli è pur sempre lastricata di
racconti (d’obbligo per gracili coscienze adulte).
Maleficent, di Robert Stromberg (2014) rientra dunque per Disney in una ben
determinata scelta per grandi. Come dare il ruolo della strega nera del film a
quella altrettanto nera di Hollywood, Angelina Jolie, che nella battuta: “I
hate children” fuga ogni dubbio, su una personalità filmica che con i bambini
si può ben poco associare. Ciò motivato da ragioni puramente formali, poiché il
solo guardarla ammalia, infrange le regole etiche della scelta, schierandoci
fin dal primo momento da una ben determinata parte.
E non perché Icona gay! Quale Drag Queen non vorrebbe il temibile sguardo
della Jolie e quel modo di classe, paralizzante e allusivo in quel: “well, well…”
da femme fatale. Non è dunque un film per bambini,
nel senso stretto, non lato e di censura per carità. Maleficent parte dal celebre, ancora Disney, Sleeping Beauty (1959).
“Bene” e “male” dunque… Già con Beauty
and the Beast (1991) la Disney presentava - rarissima volta - un racconto,
nel quale il male era laddove nessuno avrebbe potuto aspettarselo. Stessa cosa
per il bene. Ciò è tipico dell’antica narrazione allegorica europea:
l’intelligenza del colpo di scena a sfondo morale. Comunque la Disney negli
ultimi anni ha bazzicato più in Europa che altrove: piaccia credere, per i
costi sensibilmente più abbordabili nella distribuzione. Piaccia però anche
soffermarsi sulla questione culturale; le più note favole sono state scritte in
Europa (come le loro più riuscite sceneggiature negli Stati Uniti). A ciascuno
il suo e se il celebre colosso californiano vuole riuscire, deve
necessariamente partire dai nostri lidi. Perché la Storia degli Stati Uniti ci
appartiene tanto poco, tanto quanto invece la nostra gli è sempre appartenuta,
come nel rapporto figli genitori… E con siffatti lumi Aurora (condannata a una
morte apparente) e Philip (principe, il cui bacio, prima o poi, servirà) scivolano
leggiadri senza asperità dal primo piano, a tenerci tutti (per le palle) in primo è lei Maleficent: strega nera di una madre cui tutto è dato. Consigliato a madri e padri intenti, si astengano perditempo.
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