FOTO: Dieter Kosslick |
Anche Roberto Benigni col tempo ci
ha rinunciato alla sciarpetta rossa al collo, chi no è Dieter Kosslick
direttore della Berlinale, che ieri alla conferenza stampa del 66° Festival di
Berlino l’aveva ben in vista (11 - 26 febbraio 2016). È un simbolo socialdemocratico
da sempre intorno al collo di Kosslick ma non di chi in Germania governa, Angela
Merkel e i democristiani dal novembre del 2005. Il Festival più importante d’Europa,
anche per numero di germanofoni nel continente, ha sempre tutte le provocazioni
da sinistra, quest’anno andando proprio al sodo con l’americana Meryl Streep
(femminista e democratica) presidente della giuria. Nella
stessa, importante per l’Italia, avremo Alba Rohrwacher, che non sa cosa sia il
cinema d’evasione, per temi proprio scomodi e attuali: “Quest’anno - ha detto
Kosslick - è il diritto alla felicità per chi viene e per chi ritorna, il filo
rosso (!) del Festival”. In barba alle polemiche in corso dopo le molestie di
Stoccarda la notte di capodanno, iniziamo dunque da un milione e centomila
siriani rifugiati in Germania. Così al festival si palerà in ben 130 film, tra
i 400 presenti, della fuga dall’ISIS per sopravvivere, trovare una nuova
patria, l’amore e l’autodeterminazione. Per questo motivo l’unico film italiano
in concorso sarà Fuocoammare di
Gianfranco Rosi. Andato a Lampedusa - epicentro degli sbarchi - per cercare ciò di cui non
si parla, il suo mondo e le sue storie. Seguendo il metodo di totale
immersione, Rosi è rimasto per oltre un anno sull'isola per raccontare dal
confine più tartassato d’Europa l’incrociarsi dei destini di chi sull'isola ci
abita e chi ci arriva disperato. All’unisono il Panorama, altra sezione importante del Festival, rincarerà la dose
intramezzandosi - tra l’altro - con storie femminili forti su adozioni e uteri
in affitto (While the Women are Sleeping
- Giappone) fuga e ritorno disperato nella propria casa (Fukushima, mon Amour - Giappone) pena di morte (Já, Olga
Hepnarová - Repubblica Ceca) e stragi ISIS. Alla famelica domanda su chi ci
sarà delle star di Hollywood, Kosslick ha letto laconico la solita sequela di
nomi: Isabelle Huppert, George Clooney, Gérard Depardieu, Kirsten Dunst, Colin
Firth, Jude Law, Tilda Swinton, Channing Tatum e Emma Thompson. Poi ha aggiunto
polemico: “Può bastare? Dal 1951 la Berlinale festeggia il cinema e faremo così
anche quest’anno ma a bassa voce, per le vittime e il dolore di chi è giunto
fin qui a chiederci aiuto”.
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