Foto: Little Big Horn Films |
C'è poco da fare! Quando l'omosessualità, soprattutto maschile, entra nel cinema premette due connotazioni: dandismo manipolatorio, esibizionista e cinico; oppure tepore umano, timidezza e naturalezza. Gli opposti si attraggono, finendo spesso per diventare simboli di individualità che in competizione - con lo sfinirsi - marciano in reciproco riconoscimento, fino alla deflagrazione. Che non è sempre epilogo drammatico. Il primo lungometraggio di Joey Kuhn, Those People (2015), passa dalle premesse ai fatti e rinnesta queste due connotazioni simboliche in due personaggi fortemente riusciti. Si tratta di Charlie (Jonathan Gordon) ebreo artista, dal cuore tenero, di Brooklyn e Sebastian (Jason Ralph) ricco dandy decadente in perenne crisi esistenziale, finito nel vero dramma dopo l'arresto del padre milionario, per frode fiscale. Amici dall'infanzia, carismatici al punto giusto e indivisibili, ci provano in tutti i modi a vivere una vita in reciproco affiancamento e rispetto nei limiti e pregi altrui. Pur tuttavia quell'energia tenuta a bada tra etica e coscienza, desiderio e passione è facile riversarla altrove, per non giungere al dunque. Nel timore di chissá che cosa. Perdersi? Respingersi? Innamorarsi? Da chiave di volta funge l'arrivo nella vita di Charlie di Tim (Haaz Sleiman), pianista libanese (!), più grande di lui, che s'innamora perdutamente nella fresca goffagine del giovane artista. I piani trascendono, perché si passa - per nulla banalmente - ai simboli: dionisiaco, ordine analitico pittorico e armonia. E sì, omosessualità è arte qui per Kuhn.
Foto: Little Big Horn Films |
In assenza di conferme o meno, sfugge in questo caso, rispetto al film un dato. Voluto o no, frutto del caso o di un'eccellente giovane regista che sa il fatto suo, la grandezza del film sta nell'oscillazione tra teatralità (nel senso letterale del termine) e quotidiano. Charlie e Sebastian non solo sono energie in contrasto per attrazione, ma sembrano quasi dei dell'Olimpo che come rappresentanti di caratteristiche primigenie dell'umano, non possono che scontrarsi, piangere, perdere e vincere, mai la guerra, quanto una tra le tante battaglie. Lì da sempre a scrutarsi per non farsi convinti. Non è la storia che vorremmo, quanto quella che siamo già stati e pur nell'esperienza, ci si rituffa sempre volentieri nel bel mezzo dei ruoli. In essi ci siamo riconosciuti e scoperti. Sono proprio "quelle persone" viste milioni di volte quando eravamo allo specchio.
Trailer Those People
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